Tecnica: mescolare senza attrezzi

Una manovra classica, che però vi garantirà una figura da chef di primo livello. Basteranno un paio di abili mescolate di questo tipo per innescare benevoli mormorii di approvazione da parte degli astanti. Non va usata sempre: vi servirà per dare una mescolata rapida e approssimativa senza dover cercare una posata, oppure per ingredienti delicati (verdure, sugo di pesce) che potrebbero sfaldarsi e rompersi usando un cucchiaio; o ancora, per dare il tocco finale alla vostra pasta saltata in padella col sugo. Inutile dire che ha senso se gli ingredienti nella padella sono solidi almeno in parte. Voglio dire, non ha senso mescolare così il brodo. L'evoluzione di questa tecnica vi permetterà di girare la bistecca o la frittata con un colpo solo, come dei veri maestri.

Una nota a margine: in generale, qualunque cosa stiate cucinando nella padella, evitate di lasciarci dentro a mollo l'attrezzo che state usando. Se è un cucchiaio di legno, rischia di rovinare il sapore della pietanza e, in generale, di sporcarsi talmente tanto da diventare inutilizzabile (soprattutto in presenza di un qualunque rappresentante dell'Ufficio d'Igiene). Se è una posata di ferro, accumulerebbe inutilmente calore provocandovi spiacevoli ustioni sulla mano. Piuttosto, mettete un piattino o una piccola ciotola di fianco al fornello ed posateci dentro gli attrezzi quando non li state usando.

Il gesto tecnico è in realtà semplice, ma il margine di errore può essere elevato fino ai livelli della catastrofe. Impugnate con la mano buona il manico della padella, meglio se antiaderente. Sollevatela leggermente dal fornello e poi, in unico movimento, date un colpetto secco in avanti e verso l'alto con un abile gioco di polso. Potete usare piccoli movimenti ripetuti molto velocemente, oppure – con un po' di allenamento – esagerare e farli più lenti ed ampi, avendo cura di far letteralmente volare per aria gli ingredienti.

Se siete stati bravi, vi copriranno di applausi e pacche sulle spalla. Altrimenti, sarà meglio che vi mettiate a pulire la cucina perchè cazzo, c'è roba attaccata dappertutto.

Torta cioccolato e miele


COOL) buona all'incredibile
UNCOOL) possibili crampi al braccio a furia di mescolare l'impasto
ADATTO A) meglio come dopo pasto che a colazione
ATTENTI A) le calorie: ne farà un milione a centimetro cubo


La ricetta originale di questa torta l'ho trovata qui. Solo che non so cosa cazzo siano lo zucchero moscovado o il cremor tartaro (probabilmente, ingredienti segreti riservati ad uso esclusivo delle donne), e alcuni passaggi della spiegazione mi sembravano un po' troppo veloci per essere comprensibili. Ci ho quindi messo le mani cambiando un po' dosi e parole, ed il risultato (già sperimentato su moglie e amici due volte) è stato un successone.

Attrezzatura
Preparatevi una camionata di ciotole: una grande dove fare l'impasto principale, e un paio di piccole dove gestire gli altri ingredienti. In più vi serviranno due pentole per il bagnomaria più un terzo pentolino, una tortiera, cucchiaio di legno, cucchiaio di acciaio, forchetta, e un colino per setacciare il cacao.

Ingredienti
Per la torta
- 100 gr di cioccolato fondente 75%
- 275 gr di zucchero
- 225 gr di burro morbido
- 125 ml di miele abbastanza fluido
- 2 uova
- 200 gr di farina
- 1 cucchiaino di bicarbonato
- 1 cucchiaio di cacao amaro
- 200 ml di latte

Per la glassa
- 30 ml di latte
- 85 ml di miele fluido
- 85 gr di cioccolato fondente 75%
- 75 gr di zucchero a velo


Come si fa la torta
1) Le torte a casa mia cominciano sempre allo stesso modo: tirando fuori il burro dal frigo.
2) Finchè si ammorbidisce, iniziate a far sciogliere a bagnomaria il cioccolato. Mettete pure il fuoco al minimo, tanto vi servirà tra almeno una decina di minuti.
3) Appena il burro sarà un po' morbido, tagliatelo a pezzetti e buttatelo in una ciotola con lo zucchero. Cominciate a mescolare con un cucchiaio di legno, finchè il tutto non si amalgama: preparatevi, perchè vi ci vorrà un po' e, per giunta, non sarà facilissimo. Diciamo che alla fine avrete guadagnato una sessione di bicipiti senza neanche il bisogno di mettervi quei ridicoli guantini da pesistica.
4) Ora le cose si complicano: aggiungete il miele (se vi chiedete come pesare 225 gr di miele senza danni: io ho fatto ad occhio dividendo in frazioni approssimative il contenuto del vasetto) e mescolate, quindi le due uova. Da qui in poi ho abbandonato il cucchiaio di legno per mescolare, e ho iniziato ad usare la forchetta.
5) A questo punto il vostro braccio sarà indolenzito e la cioccolata sciolta: potete versarla dentro l'impasto ed amalgamare nuovamente il tutto.
6) Prendete un nuovo pentolino (oppure usate sempre lo stesso della cioccolata, tanto meglio: servirà a recuperare tutta quella che è rimasta attaccata alle pareti), e mettete sul fuoco il latte. Dovrà scaldarsi, ma non bollire.
7) In un'altra ciotola buttate la farina e mescolatela col bicarbonato e il cacao amaro setacciato. Dopodichè unite la polvere all'impasto principale, poco per volta, sempre mescolando alacremente.
8) Ormai il latte dovrebbe essere ben caldo: aggiungetelo all'impasto, e date un'ultima mescolata sempre con la forchetta, rendendo il tutto ben omogeneo. Il risultato sarà abbastanza liquido, non preoccupatevi, avrà tutto il tempo per asciugarsi in forno.
9) Accendete il forno a 180°, e nel frattempo imburrate la vostra solita tortiera tonda a cerniera.
10) Versateci l'impasto e, quando il forno è caldo, infornate a metà altezza per 45 minuti.

La prima volta che l'ho fatta, dopo 30 minuti la parte superiore si stava bruciando, e ho dovuto abbassare il piano del forno di una tacca. La seconda volta, invece, non si è bruciata: in compenso, ci ha impiegato un'ora intera a cuocersi. Il mio consiglio è: se si brucia sopra, abbassatela. E prima di chiudere la faccenda e farvi il consueto applauso compiaciuto, controllate bene la cottura con uno stuzzicadenti, specialmente al centro della torta (come sempre: se esce bagnato o sporco di cioccolata, è ancora presto).


Come si fa la glassa
Una raccomandazione: aspettate che la torta sia ben fredda prima di glassarla. Niente fretta, altrimenti va tutto a puttane perchè la glassa non si attacca, resta sciolta e inonderà il piatto di servizio o (nella peggiore delle ipotesi) il vostro piano cucina. E vi assicuro che per togliere la glassa al cioccolato vi servirà il Ghibli.

1) In un pentolino mettete il latte e il miele, e scaldate finchè il miele si sarà sciolto del tutto.
2) Fate a pezzi la cioccolata e buttate anche quella nel latte (sempre sul fuoco) finchè non si ammorbidisce per bene.
3) In un'altra ciotola mettete lo zucchero a velo. Togliete il latte+miele+cioccolata dal fuoco e, pian piano, aggiungetelo allo zucchero velo, mescolando energicamente. Poi un altro po', e mescolate. E così via.

Smettete (può darsi che vi avanzi del latte+miele+cioccolata) solo quando avrete un composto denso, difficile da mescolare e di un bel marrone scuro. Diciamo che deve avere più o meno la densità del miele denso (chiaro, no?). Se sembra più Nutella che miele, ci vuole ancora un po' di liquido; se sembra più acqua che miele, ci vuole più zucchero a velo (oppure ci voleva meno liquido, ma potrebbe essere troppo tardi se avete finito tutto lo zucchero a velo, sob!). Se sembra qualcos'altro, evidentemente avete combinato un casino.

Quando la glassa vi pare pronta, togliete la torta dalla tortiera e mettetela su un piatto. Versate pian piano la glassa al cioccolato al centro della torta, e con il culo di un cucchiaio di acciaio (o, meglio ancora, con una spatolina di plastica, tipo quelle da gelatiera) stendetela sulla torta e sulle pareti. Se volete fare i fighi, spolverate la torta glassata con gli zuccherini colorati o altre decorazioni di dubbia virilità (non a caso, l'idea è di mia moglie: quindi va benissimo :D).

Mettete la torta in frigo per un po', quel tanto che basta alla glassa per solidificare.

La glassa non è facile da fare, ma una volta capito come dev'essere il risultato, siete a posto. Ah, tra parentesi: le glasse si fanno in tanti modi diversi. Alcune con l'uovo, altre cuocendole, ecc. Forse un'altra volta vi spiego quella all'arancia, vedremo.

Abbinare il vino
Col cioccolato si può bere solo un ottimo scotch whiskey single malt. Consigliatissimo un Lagavulin a temperatura ambiente. Per i più coraggiosi, il consiglio è valido anche a colazione.

Ma quante ne so
Inutile sfoderare dati storici sull'arrivo della cioccolata in Europa: rischiate di non fare il figurone che credete, perchè magari sono cose che sa già anche qualcun altro. Se volete fare davvero i fighi, esclamate a gran voce che il Guinness dei Primati della tavoletta di cioccolata più grande la detiene la nostra Torino (che dal 1600 è una delle capitali europee della cioccolata), con una stecca di ben 1500 chili (sì: una tonnellata e mezzo) coperta da 500 chili di nocciole. È sempre torinese anche il gianduiotto più grande, di ben 40 quintali.

Voto della moglie

Tecnica: tagliare la cipolla

Operazione sottovalutata ma di fondamentale importanza. La cipolla nei soffritti va sempre tagliata molto sottile: non esistono alternative. Si cuoce meglio e prima ed è più leggera e digeribile. Alcuni insistono per usare strumenti poco maschili come la mezzaluna o quegli aggeggi meccanici a molla con le lame: ma il vero UomoInCucina® sa arrangiarsi con il nonno di tutti gli strumenti da taglio: il coltello.

Prendete la cipolla e togliete gli strati più esterni, al limite aiutandosi col coltello; tagliate, se c'è, anche la parte più alta, dov'era attaccata al resto della pianta. Ora: immaginate che la cipolla abbia un asse di rotazione come la Terra: passerebbe, verticale, dal polo più alto (quello che avete appena pulito) al suo corrispettivo più basso. Appoggiate la cipolla sul tagliere in verticale, con l'asse perpendicolare alla superficie, e tagliatela esattamente a metà in verticale, lungo l'asse.

Prendete una delle due metà e appoggiatene la superficie appena tagliata sul tagliere, in modo da avere una sorta di cupola. Fermatela agli estremi con le dita della mano con cui non impugnate il coltello, e iniziate a tagliarla a fettine parallele, tutte uguali e sottili. Tenetela sempre ben ferma con le dita, in modo che non perda la sua forma; eventualmente, aiutatevi con un ulteriore dito, seguendo la lama, per non sollevare le fette una volta tagliate. Se vi gira la testa e il tagliere si tinge di sangue, c'è qualcosa che non va.

Arrivati in fondo, ruotatela di 90° e ripetete l'operazione, creando una sorta di scacchiera molto piccola e sottile. Questi due tagli, uniti alla naturale struttura concentrica della cipolla, saranno sufficienti a ridurla in piccolissimi pezzi che possono essere messi a soffriggere.
Ovviamente, se vi serve una cipolla intera ripetete la medesima operazione anche con la metà lasciata da parte.

La crostata per idioti

COOL) facile da fare senza errori
UNCOOL) la crostata la sanno fare anche i sassi
ADATTO A) qualunque occasione, ottima a merenda o la mattina col caffè
ATTENTI A) non siate poveri con la farcitura, altrimenti è troppo secca


La vera crostata è una rottura di coglioni, perchè ci va il lievito e bisogna che cresca, e se apri il forno poi si sgonfia e così via. Questa versione insegnatami dalla mia mamma e ormai fatta e rifatta un milione di volte, è senza lievito e con pochissimi ingredienti. Tra l'altro è facile da ricordare perchè gli ingredienti sono uno la metà dell'altro.

Attrezzatura
Una terrina capiente, un cucchiaio di legno e una tortiera; un cucchiaio per stendere la farcitura.

Ingredienti
- 300 gr di farina
- 150 gr di burro
- 150 gr di zucchero normale
- un po' di latte o un po' di brandy
- 1 fialetta di concentrato alla vaniglia
- 2 cucchiaini da tè di bicarbonato

Come si fa la torta
Giuro, questa è davvero la torta più stupida del mondo, a prova di UomoInCucina®.
1) Se siete furbi, tirate fuori il burro dal frigo un quarto d'ora prima di cominciare.
2) Dopodichè: mescolate insieme tutti gli ingredienti nella stessa terrina. Tutti insieme, alla grande. Vi consiglio di mescolare prima le polveri (farina, zucchero e bicarbonato) e poi aggiungere il burro a pezzi e la fialetta di concentrato, così non fate grumi.
3) Il latte tenetelo da parte: aggiungetelo solo se il composto vi sembrerà troppo secco. Iniziate l'amalgama degli ingredienti usando il cucchiaio di legno; da un certo punto in poi sarà impossibile, quindi buttatevi un po' di farina sulle mani e usatele per impastare. Se il tutto è troppo secco e si sfalda a briciole, ammorbidite con un po' di latte (e/o un po' di brandy: io non lo uso perché le torte che sanno di alcool sono off-limits a casa mia; e comunque, non esagerate, ne basta un goccio) e continuate ad impastare. Lo scopo del gioco è fare una palla di pastafrolla morbida, omogenea e stabile.
4) Una volta fatta la palla, lasciatela nella terrina, coprite la terrina con uno straccio e buttatela per una mezz'ora in frigo.
5) Dopo mezz'ora, imburrate e infarinate una tortiera rotonda o uno di quei piatti di alluminio bassi e metteteci dentro i 2/3 dell'impasto tolto dal frigo. Stendetelo bene con le mani finchè non è uniforme; con metà della pasta rimasta fate una specie di serpentone (fatelo in più pezzi, uno intero non vi verrà mai fuori) e un pezzo per volta fate un bordo più alto attorno al fondo dell'impasto, servirà a non mandare la farcitura in giro per il forno.
6) Ora farcite con quello che vi pare: Nutella, marmellata di qualunque tipo, se vi va potete anche spolverare (prima di versare la farcitura) un po' di mandorle o nocciole tritate sottili. Insomma, andate tranquilli; a meno che non ci mettiate il sugo d'abbacchio, non potete sbagliare.
7) Con l'ultima pastafrolla rimasta, fate altri serpentoni per il famoso disegno della crostata: tracciate insomma i due diametri e un paio di corde della circonferenza. O anche no, fate un po' quello che volete, sentitevi creativi.
8) Dopodiché, buttatela nel forno già caldo a 170°, a metà forno, per circa 30 minuti. Controllate periodicamente la cottura della pasta forando la crostata con uno stuzzicadenti e verificando che esca asciutto (la Nutella o la marmellata bagneranno sempre lo stuzzicadenti, ma non fateci caso); e state attenti che non si bruci troppo la farcitura in alto, casomai abbassate la torta di un piano.

Abbinare il vino
Mah, fate un po' come vi pare, non lo so. Io di solito la mangio col caffé.

Ma quante ne so
Mentre vi gustate la crostata, sfoderate un condensato di cucina antica. Iniziate dicendo che i dolci, fino al 1500, facevano cagare: non esisteva lo zucchero e al suo posto si usava il miele; inoltre, gli antichi Greci e Romani erano soliti mescolarvi ingredienti un po' particolari, tipo formaggio piccante o cervello di animale. Senza dimenticare che, fino al tardo Medioevo, mangiare roba dolce era un privilegio solo dei nobili e, al limite, di frati e suore nei conventi. La rivoluzione avvenne prima con gli arabi, raffinati pasticcieri; in seguito, con l'introduzione dello zucchero di canna nel 1500; e, nel 1700, dello zucchero che conosciamo oggi, scoperto da un chimico tedesco che lo estrasse dalla barbabietola da zucchero.

Voto della moglie

Tecnica: imburrare la tortiera

Intanto parliamo della tortiera: ne esistono di molti tipi, ma è importante avere a casa almeno una tortiera rotonda (diciamo di circa 25 cm di diametro), con la quale non sbaglierete mai - una torta rotonda va sempre bene. In alcuni modelli, la parete tonda verticale è asportabile tramite una specie di maniglia: se ne trovate, sono ottime. Per dire, c'è anche all'IKEA e costa pochissimo.

Imburrare una tortiera è una tecnica facilissima e sicura, fondamentale per evitare che l'impasto in forno si incolli al contenitore e che -questa non la sanno tutti- il burro caldo, ottimo conduttore del calore, aiuti la cottura della parte più "nascosta" dell'impasto, cioè il fondo.

Prendete un pezzetto di burro (diciamo 50 gr, ma fate ad occhio) e spalmate per bene il fondo e le pareti della tortiera. Fate un bel lavoro, che ci sia un velo di burro su tutto l'interno della tortiera: è valido aiutarsi con un dito. Poi prendete un po' di farina, buttatela sul fondo imburrato e battete con le mani sulla tortiera fino a distribuirla dappertutto: quella in eccesso potete buttarla ribaltando la tortiera sopra il secchiaio o il cestino (o già dalla finestra, se siete coraggiosi). La farina eviterà ulteriormente l'effetto collante, e vi permette di verificare facilmente se avete lasciato zone senza burro, perchè lì non si attaccherà.

A rispetto delle norme di igiene (vostra moglie non mancherà di farvelo notare), anche se l'UomoInCucina® è tendenzialmente uno che non butta via niente, è meglio che il pezzo di burro avanzato dallo strofinio della tortiera finisca nel cestino.

Tecnica: sciogliere a bagnomaria

Anzitutto: quando vedete scritto "sciogliere a bagnomaria", non si fa riferimento ad una nota località balneare della riviera adriatica.
Il bagnomaria è una tecnica per sciogliere prodotti tipo burro e formaggi morbidi in genere, oppure la cioccolata. Se metteste questi prodotti in un pentolino e direttamente sul fuoco, si scioglierebbero in maniera troppo violenta e -nel caso del burro- si cuocerebbero cambiando sapore. Sciogliendoli a bagnomaria, invece, si garantisce un processo più morbido e un mantenimento dei sapori.

Funziona così: vi serviranno due pentolini. Uno più basso e largo, dove mettere un po' di acqua. E uno più piccolo e alto (che stia dentro il primo, nell'acqua), dove mettere il burro, il formaggio o la cioccolata. Mettendo le due pentole una dentro l'altra sul fuoco medio, l'acqua si scalderà fino a bollire, e il calore scioglierà indirettamente gli ingredienti (credo sia "per induzione", ma non ci giurerei).

Non esagerate con l'acqua, altrimenti quando inserirete la seconda pentola inonderete il fornello o, peggio ancora, l'acqua entrerà nel pentolino degli ingredienti mandando un po' tutto a puttane.

Le salse per la fonduta bourguignonne

COOL) sono originalissime e particolari
UNCOOL) sporcherete una tonnellata di pentoline e scodelle, in pieno stile UomoInCucina®
ADATTO A) la fonduta bourgouignonne, ma anche sul pane a merenda


Attrezzatura
La fonduta bourguignonne va rigorosamente accompagnata da una montagna di salse, quindi prevedete una bella serie di scodelle (ceramica, vetro o legno è uguale) per metterle tutte in tavola. Per preparare le salse vi serviranno un po' di terrine, qualche pentola e un mixer (ne basta uno piccolo, oppure un robot ad immersione). E comunque interpretate e inventate, non c'è niente di più creativo che inventare le salse aggiungendo e togliendo roba a caso. Provate!

Ingredienti e preparazione
Salsa alle melanzane

2 melanzane cotte al forno con tutta la buccia, poi pelate e asciugate con la carta e passate al mixer con 1/2 tazza di yogurt bianco, olio, succo di limone, sale, pepe e prezzemolo.

Salsa maltese
La scorza e il succo di 1/2 arancia con 2 cucchiai di yogurt bianco e 1 tazza di maionese, più sale.

Salsa tartara
Maionese più un trito di sottaceti vari, tutto nel mixer.

Salsa zingara
8 cucchiai di ketchup, 2 di senape e 4 di olio, più un po' di cipolla tritata e prezzemolo.

Salsa senape e miele
4 cucchiai di senape più 3 di miele.

Salsa al curry
1 vasetto di yogurt bianco, 6 cucchiai di maionese, 2 cucchiai di cipolla tritata, 1 cucchiaio di curry e mezzo di senape.

Salsa alle senape
1 vasetto di yogurt bianco, 1 cucchiaio di senape forte e 1 di maionese.

Salsa alle olive
2 cetriolini sott'aceto, olive verdi e nere in abbondanza, 1 cucchiaio di senape. Tutto nel mixer.

Salsa ai peperoni
1 peperone sott'olio o grigliato, 2 cipolline, poche olive e senape. Via col mixer.

Salsa allo yogurt
1 vasetto di yogurt bianco, un spicchio di aglio tritato, sale e pepe.

Salsa piccante
2 cucchiai di maionese, pepe nero, peperoncino e un goccio di vodka liscia.

Voto della moglie

La fonduta bourguignonne

COOL) facile, veloce, divertente e buono
UNCOOL) l'odore di olio a fine serata
ADATTO A) cene con gli amici, molti invitati
ATTENTI A) non buttate nello scarico l'olio fritto a fine serata!


È una ricetta molto maschile: perchè è a base di carne e di olio per friggere, perchè per farla sporcherete un migliaio di attrezzi, e perchè tutto sommato il margine di errore per una ricetta così è pari a zero: se siete capaci di rovinare una fonduta bourguignonne, siete veramente dei falliti!

Attrezzatura
Per la fonduta bourguignonne vi serve un apposito attrezzo che si chiama fondutiera (la fantasia!). Il pezzo principale è una pentolona (caquelon) posata su un sostegno; sotto la caquelon si usa un apposito bruciatore con gel infiammabile (le ricariche si trovano in alcuni supermercati); il tutto è corredato da una serie di forchettine. Attenzione: esistono più tipi di fonduta e, di conseguenza, più tipi di fondutiera: verificate di acquistare quella specifica per la bourguignonne - che di solito è in acciaio o ghisa. Il rapporto ideale è una caquelon ogni 4-5 persone, e almeno 2 forchettine a testa.
Vi servirà anche un coltello ben affilato, un tagliere e qualche vassoio.

Ingredienti per la fonduta
- 250 gr di carne a testa: il mio consiglio è di prenderla dal macellaio. La ricetta originale prevede solo manzo, ma si può anche fare un misto di manzo, pollo, maiale, vitello. Non serve per forza il filetto o il controfiletto, ma non scegliete nemmeno tagli troppo duri. Tagliate (o fatevi tagliare) tutto a cubetti piccoli, diciamo 3-4 cm di lato, e mettetela in tavola cruda e divisa per tipo. Tagliate la carne pochi minuti prima di servirla in tavola con tutto il resto dell'armamentario, altrimenti diventa scura.
- Olio di arachidi: al limite si può fare anche con l'Extravergine di oliva ma non con l'olio di semi, che è troppo liquido.
- Mezza patata per ogni caquelon
- Alloro o timo in foglie
- Brandy e sale: in tavola aggiungete qualche scodella di brandy (tipo Vecchia Romagna) con dentro sciolto un po' di sale.

Come si fa
1) Riempite d'olio una pentola (non la caquelon) e mettetela a scaldare sul fornello; aggiungete dentro a olio freddo mezza patata cruda che ne evita gli schizzi, e un po' di alloro (o timo) che però toglierete prima che l'olio cominci a bollire.
2) Quando l'olio è caldo e gli invitati son tutti seduti, basta travasarlo nelle caquelon e accendere sotto l'apposito bruciatore.
3) Adesso ci si diverte: ogni invitato sceglie le sue forchette, punta la carne e l'immerge nell'olio bollente. Dopo pochi minuti la carne sarà cotta: basterà toglierla, sciacquarla rapidamente nel brandy per togliere l'unto in eccesso e condirla con le apposite salse.

Abbinare il vino
Poca fatica: la carne chiama il vino rosso. Però contate che ci sono anche la carne bianca e delle salse particolari, e poi che la carne è cotta nell'olio e non alla brace. L'ideale è un rosso non fortissimo, ma che pulisca la bocca dal sapore di unto. Se vi piacciono i mossi, è il momento di tirar fuori dalla cantina un Lambrusco ben fresco o un Bonarda Frizzante. Altrimenti provate con un un Valpolicella Classico o un buon toscano tipo Chianti, magari appena più freddi della temperatura ambiente (basterà un quarto d'ora in frigo).

Ma quante ne so
Deliziate i vostri amici raccontando che la fonduta è di molti tipi:
- bourgouignonne: con l'olio e la carne, quella della ricetta
- chioise: con il brodo
- valdostana: con il formaggio
- bacchus: con il vino
- con il cioccolato
La bourgouignonne, in particolare, è tipica della Borgogna, zona francese il cui capoluogo è Digione - famosa anche per la senape. Vi consiglio un po' di allenamento con la pronuncia francese per fare bella figura.

Voto della moglie